Marcello Villani: "la Skyrace delle Apuane è diventata ancor più bella. Il nuovo giro è semplicemente fantastico: un panorama sulle Apuane da togliere il fiato (... in tutti i sensi ...). Duro eh, duro davvero! Le quattro salite importanti sono tutte molto ripide e l´ultima le batte tutte: diverse volte ho usato le mani per tirarmi su! E mi ha fatto ridere il tipo che salendo come un capretto ad un certo punto, grondante di sudore, tutto bagnato, con un gesto naturalissimo si è seduto su una r
...occia, all´ombra di un albero, ed ha esclamato "oh ecco, ora mi godo il panorama". E le discese? Le discese, al solito, vanno letteralmente temute in questa gara. L´ultima era la più tranquilla... ed infatti c´ho fatto un bel volo: le Apuane non perdonano nemmeno la più piccola distrazione. Ma a noi (me ed i miei amici e compagni di avventure) piacciono così le nostre montagne: piccole, ossute, solari e bellissime. Noi che su quelle montagne ci camminiamo da sempre lo sappiamo bene di che pasta sono. E ci aiuta camminare lì, quando, facendo gare o più in generale trekking altrove, ci accorgiamo di avere maturato quasi una reverenza nei confronti della montagna, perchè in Apuane ogni passo lo dobbiamo pensare per bene- Ieri è stata una gara per me bellissima, ho corso con
Andrea quasi sempre, affrontando insieme le salite (ma la LUT non è ancora sparita dai quadricipiti), le discese ed il caldo. Ripagati da un panorama mozzafiato e da un tempo di arrivo tutto sommato da farci compiacere (4 ore entrambi, abbiamo pure guadagnato un bel pacco di prodotti locali in quanto premiati!). Lungo il percorso ho trovato diversi amici ed è in quel momento che ho collegato di essere a casa mia.
Daniele, tu sei una certezza sul forato! Bravissimo
Marco che dopo un lungo periodo di inattività ha sfoderato tutta la sua grinta ed è arrivato al traguardo stanco e felice così come
Davide,
Chiara e
Letizia, tutti in ottima forma!Un complimento speciale poi alla mia amica
Jessica: vincitrice della gara con un tempo da paura: determinazione e forma fisica eccellenti! Organizzazione impeccabile, tutti col sorriso e con l´allegria che serve ad un corridore quando si trova a lottare con i suoi limiti. Un pensiero ed un augurio di pronta guarigione a quelle persone che hanno avuto degli incidenti più o meno gravi lungo il percorso. Ed anche a quella persona che per la furia di superarmi mi ha tolto la scarpa sulla discesa della Pania: può capitare, per carità, ma anche questo è un possibile innesco per un incidente più grave. Io sono dell´idea che sia meglio avere più prudenza che veemenza!"
Letizia Filippi: "Timore reverenziale e grande attrazione ... e alla fine gioia vera!!!
Andrea Cucini: "Domenica ho corso la Skyrace delle Apuane. Sono partito sapendo bene su quali sentieri si sviluppa il tracciato: sentieri dove, per la quai totalità dei metri, non ti è concessa la minima distrazione semplicemente perché non ci sono
margini: se cadi o scivoli la cosa certa è che finisci sulle pietre! Questo lo devi sapere prima di partire e mentre corri o cammini! Questo è trail! A fine gara con Marcello, Chiara, Letizia abbiamo commentato la bellezza della "gara": dura, tecnica, difficile, ma bellissima! Abbiamo lodato anche l´ottima organizzazione: personalmente ho visto molti volontari (tra cui molti del soccorso alpino) e ho avuto la sensazione che fossero al posto giusto (fortunatamente non l´ho verificato in prima persona!). Infine i ristori: sono arrivato che avevo ancora 1/2 litro d´acqua e le barrette che mi ero portato dietro... Ho preso acqua, sali, coca, banane in ogni punto dove c´erano volontari...e avrei potuto mangiare altre cose...se poi ci si aspetta un pasto completo forse è meglio andare da altre parti! Gli incidenti, purtroppo possono succedere e vanno messi nel bilancio personale...poi, se proprio deve succedere, meglio su un sentiero dolomitico o apuano che sulla fipili!"
Cristina Maghda: "Marcello...la meravigliosa scopa...dei "pisani."..e ribadisco......le corse non si possono improvvisare ed io son tartaruga.....consapevole....grazie scopette...cosi vi chiamo ma riconosco il vostro grande valore sacrificio e dedizione...se non ci foste come potrei arrivare nei vostri tempi massimi?..."
Davide Cecchi: " Rimandato il Bianco ho preso la palla al balzo per partecipare a una corsa a cui tenevo moltissimo. Quando anni fa ho iniziato a frequentare le Apuane sentivo parlare della skyrace come una mitica gara corsa da persone che ai miei occhi apparivano come delle specie di super eroi. Farla, oggi, è stata una grandissima soddisfazione. Il nuovo percorso è bello e molto molto impegnativo, alla fatica si aggiunge la continua, estrema, richiesta di concentrazione che l´ambiente apuanico richiede."
Pascal Vacca: "ho partecipato a molti trail e anche alla Skyrace (anche se non all´edizione 2016) e per il mio modesto parere, quello che è seguito dopo i tre infortuni, sono chiacchere da bar, lontane da chi frequenta questo tipo di competizioni. Nella Skyrace in particolare, proprio a causa del decesso di qualche anno fa, non ci sono scuse: tutti gli atleti sono informati della necessità di partecipare al briefing informativo, le notizie su percorso e ristori si trovano facilmente, non ho mai visto tanto personale del soccorso alpino come in questa gara (canaponi, corde, personale all´attacco e all´uscita di ogni passaggio un po più esposto). Quindi non pensiamo di cercare nessun capro espiatorio, nemmeno la scarsa preparazione degli atleti: l´incidente più grave ha coinvolto un atleta di massimo livello, super esperto, che... faceva la scopa! Quando sei per i monti "l´imponderabile" (come scriveva Bonatti) c´è sempre, preparazione personale e organizzazione, possono solo limitare questo aspetto, ma non eliminarlo."
Marco Fiore: "gli incidenti gravi che si son verificati rappresentano delle fatalità che purtroppo possono listare a lutto qualsiasi gara senza che sia colpa di nessuno e son convinto che i soccorsi sono stati efficienti e che tutti abbiano fatto il massimo... personalmente poi non ricordo di aver finito un trail senza una caduta o quanto meno un piccolo infortunio... alla ronda di quest´anno ho corso oltre metà gara con una distorsione alla caviglia per poi fare 13 sedute di terapia in poco più di 20 giorni solo per presentarmi al via della 50km delle Terre di Siena... ma ripeto, se "apri" la competizione a tutti, compresi gli atleti meno preparati devi garantire anche a questo ultimi adeguati servizi... non è giusto che si accetti tutti, ed i soldi di tutti, ben sapendo che non tutti sono atleti "di rango" ..."
Enrico Marchetti Ci fa piacere riportare il commento su facebook di uno dei nostri associati, Enrico Marchetti, due domeniche fa l´unico ´finisher´, su 5 nostri partenti (!), alla LUT (Lavaredo Ultra Trail) dopo 120km ed oltre 5000 metri di dislivello ... per quasi 30 ore di viaggio. Una cosa ricordiamo del suo resoconto verbale: "ad un certo punto mi sono fermato ad un rifugio e qui ho mangiato e bevuto". A volte i ristori bisogna andarseli a cercare (anche se alla Sky Race non vi era bisogno stante i capillari ristori, ben 8!)
Buona lettura. In risposta all´unica persona che ha lamentato oltremisura uscendo dal coro:
"È come fare parapendio per la prima volta e poi dire che è troppo pericoloso perché è troppo alto e c´è il rischio di precipitare... (secondo me). Chi si iscrive a una gara come questa (secondo me) non può essere sorpreso o impressionato dalle difficoltà oggettive della stessa. Le difficoltà sono quelle, poi diventano soggettive in base a preparazione e a esperienza e lì si contano i noccioli... Non ci si può iscrivere a una gara del genere senza prima aver fatto pratica in autonomia, magari con un po´ di trekking esplorativo tranquillo e sereno negli stessi posti e magari sugli stessi sentieri. Se ti presenti al via sai - lo devi sapere e mettere in conto! - che c´è anche una remota possibilità di farti male (e, remotissima, soprattutto se non stai attento a dove metti il piede a ogni passo... anche di farti anche peggio di male). Queste cose le capisci a forza di "batterci il capo": a me è capitato di cadere di costole su una roccia (ammaccatura della fiancata che sembrava una frattura! Dolore di discreto livello sulla scala richter): ero nel tratto Conserva - Mirteto.... con terreno umido ma neanche troppo e scarpe con grip inesistente per i miei gusti e per il mio passo ghiozzo e pesante (scelta sbagliata pagata con dolore). Poteva andarmi peggio, però: se fossi scivolato mezzo metro più giù, avrei potuto battete la testa sulla roccia e non le costole... Ho rischiato di farmi molto male (o anche peggio), a casa nostra, su sentieri conosciuti come si conosce casa nostra (la via dell´orto), per un errore di valutazione della tenuta delle scarpe (NB Leadville: bone per comode strade bianche su fondo asciutto, per me e secondo me).
Non condivido il pensiero di chi dice che è una gara troppo dura, troppo pericolosa, troppo tecnica eccetera. Condivido e apprezzo invece chi dice l´avevo presa sotto gamba... la prossima volta ci penso un paio di volte! Non mi piacciono neanche troppo i video di Kilian Jornet che saltella su crinali inverosimili o roba del genere, perché fa sembrare tutto facile e tutto possibile. Troppo! Lo dico perché in alcuni momenti di mistica (e deficiente) esaltazione mi sono preso anch´io i miei rischi inutili e gratuiti; poi una vocina remota ma eloquente mi ha ricordato che, alla fine, anche il grande Patrick de Gayardon s´è spiattellato... magari lui è stato contento così; ma io preferisco #andaccipiano e #astaccibene magari per un altro pò; tanto non c´ho niente da vincere, casomai tutto da perdere. Andiamoci su questi cazzo di monti - perché sono un paradiso a portata di mano - ma con juicio. #foppeddimmelo #eperridimmelo (Enrico Marchetti)
Fonte:
Vari