VeniceMarathon 21k. Il racconto di Irene.
26-10-2022 10:53 - Eventi a cui partecipiamo
Qualche mese fa, quando ho scoperto che ci sarebbe stata la prima edizione della mezza di Venezia, non ci ho pensato troppo e mi sono iscritta. La mia schiena malandata una maratona non la regge, ma 21k sì e poi sarebbe stata un’occasione per trascorrere due giorni in una città bellissima.
La partenza della gara è da Mestre, l’arrivo a Venezia. Sono sola, non conosco nessuno. Un po’ di riscaldamento e in griglia. Inno nazionale, discorso del sindaco e via. Si parte. I primi 10/12 k vanno via lisci tra le vie del centro di Mestre e poi nel Parco di San Giuliano. Sto benissimo e le gambe girano, ma so che “ il peggio “ deve arrivare.
Ponte della Libertà: quattro km che uniscono Mestre a Venezia. Un po’ di salita. Il nervo sciatico inizia a protestare e arriva la stanchezza. Cerco di non pensarci e di godermi il panorama della Laguna: sembra di correre sull’acqua. Onoro tutti i ristori ( sicuramente mia sorella non approverebbe) e finalmente Venezia. Prima parte tranquilla, poi i famosi ponti. Acqua per terra, “attenzione al gradino”, gente in mezzo. Sembra un percorso ad ostacoli. E poi eccola: Piazza San Marco. Sono stanchissima, ma ho le lacrime agli occhi per l’emozione. Mi godo il tifo delle persone e mi avvio verso gli ultimi due o tre ponti ( non li ho contati). Sento la voce della mia amica Ilaria che mi incita e trovo il fiato per dirle che sono distrutta ( e che cavolo: 21k da sola senza potermi lamentare con nessuno . Non ci sono abituata).
Vedo il gonfiabile. Ce l’ho fatta. Un’occhiata al tempo e mi accorgo che è andata come speravo. Sono felice, la corsa è la mia medicina e Venezia è bellissima.
Fonte: Irene Borghesi
La partenza della gara è da Mestre, l’arrivo a Venezia. Sono sola, non conosco nessuno. Un po’ di riscaldamento e in griglia. Inno nazionale, discorso del sindaco e via. Si parte. I primi 10/12 k vanno via lisci tra le vie del centro di Mestre e poi nel Parco di San Giuliano. Sto benissimo e le gambe girano, ma so che “ il peggio “ deve arrivare.
Ponte della Libertà: quattro km che uniscono Mestre a Venezia. Un po’ di salita. Il nervo sciatico inizia a protestare e arriva la stanchezza. Cerco di non pensarci e di godermi il panorama della Laguna: sembra di correre sull’acqua. Onoro tutti i ristori ( sicuramente mia sorella non approverebbe) e finalmente Venezia. Prima parte tranquilla, poi i famosi ponti. Acqua per terra, “attenzione al gradino”, gente in mezzo. Sembra un percorso ad ostacoli. E poi eccola: Piazza San Marco. Sono stanchissima, ma ho le lacrime agli occhi per l’emozione. Mi godo il tifo delle persone e mi avvio verso gli ultimi due o tre ponti ( non li ho contati). Sento la voce della mia amica Ilaria che mi incita e trovo il fiato per dirle che sono distrutta ( e che cavolo: 21k da sola senza potermi lamentare con nessuno . Non ci sono abituata).
Vedo il gonfiabile. Ce l’ho fatta. Un’occhiata al tempo e mi accorgo che è andata come speravo. Sono felice, la corsa è la mia medicina e Venezia è bellissima.
Fonte: Irene Borghesi