Triathlon Olimpico di Bardolino. Il racconto di Giusy Bari per un ottimo esordio!
19-06-2023 11:58 - Triathlon, Bike, Duathlon, Aquathlon, Nuoto per Tri, etc
Alla fine è successo: sono una triatleta (storia del mio Triathlon Internazionale di Bardolino)20 giugno 2023Giusy
Ogni giorno fai qualcosa che ti spaventa
Eleanor Roosvelt
Prendi la voglia di fare un triathlon e tutte le cose che finora ti hanno impedito di farlo:
1. la paura di manate e pedate in acqua
2. l’ansia di indossare la muta che, al solo pensiero ti toglie l’aria
3. la paura di andare in bici per strada perché, dopo esser caduta per colpa di un’auto, hai avuto seri problemi a tornare in sella
4. il dover comprare una nuova bici
5. il fatto che quando guardo una gara di triathlon “vedo gente morta” cit.
6. che hai solo sette settimane per prepararti, dopo aver fatto due maratone in un mese.
Mettile sul piatto della bilancia e vedi cosa pesa di più, poi consultati con un allenatore per capire se stai vaneggiando o “si può fare!” cit.
Aggiungici un po’ di cazzimma, tanto tempo e sudore e qualche momento di sconfortoed eccomi pronta per la mia prima gara di Triathlon…1500mt di nuoto, 40Km di bici, 10km di corsa.
Il lunedì prima della gara ero in crisi nera: tutte le paure erano esasperate, poi da due giorni prima sono entrata in quella condizione di strana tranquillità che ho prima di un evento importante, che mi lascia sempre perplessa perché non so mai se si evolverà in una fredda lucidità o delirio totale!
Ma intanto sono in acqua “pronta” per la partenza, defilatissima e, in un lampo di genio, decido all’ultimo momento di mettere gli occhialini sopra la cuffia e quindi al via ho ancora gli occhialini in mano!
Li indosso velocemente ma poi devo mettermi ripetutamente a dorso per cercare di sistemarli…
E così dopo i primi 200 metri la Fake Giusy mi dice di alzare la mano e ritirarmi: Ma dove vuoi andare? Bardolino per te finisce quí!
La Real Giusy prontamente risponde: Non fare cazzate! mettiti a nuotare, con calma e arriva in fondo…e’ il tuo riscaldamento per la bici.
Così piano piano riesco a nuotare senza preoccupazione, non sempre tenendo il ritmo perché, quando avverto che qualcuno vuole superarmi, mi fermo per lasciar passare e quando sono io a voler superare qualcuno (ebbene si, non pensavo fosse possibile, ma è successo) sono io ad allargarmi il più possibile verso l’esterno.
Voglio evitare ogni tipo di contatto e sul finale mi permetto anche di accelerare un po’!
Arrivo in zona cambio, ci metto un po’ a sfilarmi la muta…non fa niente
Mi renderò conto a fine gara che ho impiegato ben 5 minuti: praticamente se avessi nuotato senza muta sarebbe stato meglio, ma purtroppo sono troppo freddolosa per permettermelo!
Monto in bici, ovviamente già con le scarpette ai piedi perché salire al volo per me e sarebbe un suicidio!
Il percorso l’ho già fatto una volta, mi piace e conosco i punti critici.
Sono sempre sola e considerando che non so andare in scia va bene così… ma ogni tanto mi ripeto: Giusy stai facendo una grande cosa!
Nel frattempo i miei compagni di squadra, partiti dopo di me mi recuperano in bici e al loro passaggio tutti hanno una parola di incitamento per me!
Il tempo in bici vola ed eccomi pronta a scendere: stacco le scarpette con largo anticipo (una delle mie ansie era quella di rimanere attaccata ai pedali!)
Anche in T2 perdo un po’ di tempo: la bici a fianco alla mia è posizionata non correttamente e io non so come mettere Miss Kitty (si, ho dato un nome alla mia bici), alla fine faccio la cosa più ovvia: la metto nella posizione esatta, anche se questo vuol dire che è appiccicata a quella alla mia destra.
Nonostante lo abbia provato tante volte, ci metto un po’ anche a indossare le mie Vaporfly, ma ormai sono nella mia Safe House!
Fin dal primo giro recupero diverse posizioni, pur non spingendo eccessivamente e alla fine decido di continuare a correre così, ad un ritmo che mi permette di continuare una parziale “remuntada” mantenendo il sorriso e la sensazione di goduria che sto vivendo
Dopotutto, dopo 7 settimane passata a prenderla a calci, penso che ora la mia comfort zone me la posso tenere stretta.
Il crono oggi, non ha alcuna importanza, non avevo neppure lontanamente immaginato un esordio così: quasi perfetto!
E comunque alla fine riesco a centrare anche il mio obiettivo di tempo
PS: a fine gara sono scivolata dalle scale per andare in zona cambio: lividi ovunque e lussazione del coccige, sono ferma da una settimana.
Da Wonder Woman a Fantozzi è un attimo…
Fonte: Giusy Bari
Ogni giorno fai qualcosa che ti spaventa
Eleanor Roosvelt
Prendi la voglia di fare un triathlon e tutte le cose che finora ti hanno impedito di farlo:
1. la paura di manate e pedate in acqua
2. l’ansia di indossare la muta che, al solo pensiero ti toglie l’aria
3. la paura di andare in bici per strada perché, dopo esser caduta per colpa di un’auto, hai avuto seri problemi a tornare in sella
4. il dover comprare una nuova bici
5. il fatto che quando guardo una gara di triathlon “vedo gente morta” cit.
6. che hai solo sette settimane per prepararti, dopo aver fatto due maratone in un mese.
Mettile sul piatto della bilancia e vedi cosa pesa di più, poi consultati con un allenatore per capire se stai vaneggiando o “si può fare!” cit.
Aggiungici un po’ di cazzimma, tanto tempo e sudore e qualche momento di sconfortoed eccomi pronta per la mia prima gara di Triathlon…1500mt di nuoto, 40Km di bici, 10km di corsa.
Il lunedì prima della gara ero in crisi nera: tutte le paure erano esasperate, poi da due giorni prima sono entrata in quella condizione di strana tranquillità che ho prima di un evento importante, che mi lascia sempre perplessa perché non so mai se si evolverà in una fredda lucidità o delirio totale!
Ma intanto sono in acqua “pronta” per la partenza, defilatissima e, in un lampo di genio, decido all’ultimo momento di mettere gli occhialini sopra la cuffia e quindi al via ho ancora gli occhialini in mano!
Li indosso velocemente ma poi devo mettermi ripetutamente a dorso per cercare di sistemarli…
E così dopo i primi 200 metri la Fake Giusy mi dice di alzare la mano e ritirarmi: Ma dove vuoi andare? Bardolino per te finisce quí!
La Real Giusy prontamente risponde: Non fare cazzate! mettiti a nuotare, con calma e arriva in fondo…e’ il tuo riscaldamento per la bici.
Così piano piano riesco a nuotare senza preoccupazione, non sempre tenendo il ritmo perché, quando avverto che qualcuno vuole superarmi, mi fermo per lasciar passare e quando sono io a voler superare qualcuno (ebbene si, non pensavo fosse possibile, ma è successo) sono io ad allargarmi il più possibile verso l’esterno.
Voglio evitare ogni tipo di contatto e sul finale mi permetto anche di accelerare un po’!
Arrivo in zona cambio, ci metto un po’ a sfilarmi la muta…non fa niente
Mi renderò conto a fine gara che ho impiegato ben 5 minuti: praticamente se avessi nuotato senza muta sarebbe stato meglio, ma purtroppo sono troppo freddolosa per permettermelo!
Monto in bici, ovviamente già con le scarpette ai piedi perché salire al volo per me e sarebbe un suicidio!
Il percorso l’ho già fatto una volta, mi piace e conosco i punti critici.
Sono sempre sola e considerando che non so andare in scia va bene così… ma ogni tanto mi ripeto: Giusy stai facendo una grande cosa!
Nel frattempo i miei compagni di squadra, partiti dopo di me mi recuperano in bici e al loro passaggio tutti hanno una parola di incitamento per me!
Il tempo in bici vola ed eccomi pronta a scendere: stacco le scarpette con largo anticipo (una delle mie ansie era quella di rimanere attaccata ai pedali!)
Anche in T2 perdo un po’ di tempo: la bici a fianco alla mia è posizionata non correttamente e io non so come mettere Miss Kitty (si, ho dato un nome alla mia bici), alla fine faccio la cosa più ovvia: la metto nella posizione esatta, anche se questo vuol dire che è appiccicata a quella alla mia destra.
Nonostante lo abbia provato tante volte, ci metto un po’ anche a indossare le mie Vaporfly, ma ormai sono nella mia Safe House!
Fin dal primo giro recupero diverse posizioni, pur non spingendo eccessivamente e alla fine decido di continuare a correre così, ad un ritmo che mi permette di continuare una parziale “remuntada” mantenendo il sorriso e la sensazione di goduria che sto vivendo
Dopotutto, dopo 7 settimane passata a prenderla a calci, penso che ora la mia comfort zone me la posso tenere stretta.
Il crono oggi, non ha alcuna importanza, non avevo neppure lontanamente immaginato un esordio così: quasi perfetto!
E comunque alla fine riesco a centrare anche il mio obiettivo di tempo
PS: a fine gara sono scivolata dalle scale per andare in zona cambio: lividi ovunque e lussazione del coccige, sono ferma da una settimana.
Da Wonder Woman a Fantozzi è un attimo…
ringrazio Gabriele Mazzetta che mi ha fatto patire per 7 settimane per potermi poi godere il giorno della gara
Antonio Solano che mi ha affiancato negli allenamenti in bici e sopportato i miei momenti di eccitazione alternati a quelli di forte disagio
la mia stupenda squadra PISA ROAD RUNNERS che mi ha sostenuto dal primo giorno in cui ho iniziato questa avventura fino agli ultimi 100mt di gara
EthicSport che mi ha accompagnato in gara e in ogni allenamento
Antonio Solano che mi ha affiancato negli allenamenti in bici e sopportato i miei momenti di eccitazione alternati a quelli di forte disagio
la mia stupenda squadra PISA ROAD RUNNERS che mi ha sostenuto dal primo giorno in cui ho iniziato questa avventura fino agli ultimi 100mt di gara
EthicSport che mi ha accompagnato in gara e in ogni allenamento
Fonte: Giusy Bari