Francesco a Courmayer firma il suo arrivo!
Tor des Geants (day 6): ore 18.52 è arrivato Francesco Bellinvia. Il primo Gigante Pisano. L´orgoglio del Team
13-09-2013 18:52 - Mondo Trail, Ultra, Sky ed Extreme!
Ore 18,52 - Courmayer (Aosta). E´ un momento storico. Taglia il traguardo Francesco Bellinvia dei Pisa Road Runners ed è un´apoteosi a distanza. Il primo pisano ´Gigante´ (è il giro dei giganti). E´ la prima aquila a completare l´impresa. 330 km per 24.000 metri di dislivello positivo da chiudere in 6 giorni e 4 ore.
Francesco è arrivato il sesto giorno e l´impressione che abbiamo avuto, dopo i primi 3 giorni che lo vedevano trottare senza ´vere´ soste (oscillando tra la 120a e 136a piazza) è che sia un evento che se non lo completi nei primi tre giorni, poi schianti dal sonno e devi dormire. E tanto!
I primi tre classificati sono arrivati a cavallo dei primi 3 giorni.
Anche meno i primi due spagnoli (70 ore e spiccioli).
Ma vedendo i loro passaggi, non hanno mai dormito a tutte le basi-vita.
Ma se sei lontano, devi riposarti.
Avendo seguito Francesco, come neppure quando l´Italia nel 1978 giocava in Argentina o per capire dove cavolo fossero finiti gli avieri Cocciolone e Bettini nella prima guerra del Golfo nel gennaio del 1991, giorno e notte anche noi collegandosi continuamente sul sito ufficiale, cercando il nostro compagno di squadra, abbiamo capito che le tre prolungate soste notturne alle ultime 3 basi (in pratica di 5, 9 e 6 ore) erano, a quel punto, necessarie e fisiologiche.
A quel punto il più era fatto, restava gestire i 96 km finali, senza perdere lucidità con le gambe più integre possibili, ammortizzando i dolori che non potevano non esserci dopo giorni e giorni di fatiche e concentrazione oltre l´umana normalità.
Oltre ogni limite. Roba da giganti insomma!
Si discuterà, nei prossimi giorni, su quanto accaduto al termine della prima giornata. Si parlerà, anche, di autorevoli interventi di noti personaggi (e vincitori di maratone di New York) che hanno perso l´occasione di rinunciate al clamore sulla rosea (´lo Gazzetta dello Sport´). Non ho letto quello che è stato scritto, ma vedo le polemiche sul web. Personalmente penso solo che non dovremmo dare soddisfazione a chi, per principio, si rivolge ai nostri sport solo quando se ne deve parlare negativamente. Ed aver contribuito a farlo, per giunta nel momento del lutto, è stato un clamoroso errore. Non vado oltre.
Godiamoci lo spettacolo del nostro Francesco che già ci aveva abituato ad imprese incredibili, anche sofferte di recente. Non mancheremo di ricoprirlo mediaticamente di onori sui giornali locali. Prima di tutto perché se lo merita eppoi perché ci ha emozionato fino al punto da correre e stancarci al suo fianco, immaginandolo alle prese con la solitudine ed il fascino di quell´avventura che resterà intima e totalmente sua.
E la sua grandezza, oltre all´umiltà, è stata nel rendere l´avventura anche nostra.
Grazie Francesco, buon rientro e ... buoni riposi!
Un presidente commosso ...
Fonte: Andrea Maggini
Francesco è arrivato il sesto giorno e l´impressione che abbiamo avuto, dopo i primi 3 giorni che lo vedevano trottare senza ´vere´ soste (oscillando tra la 120a e 136a piazza) è che sia un evento che se non lo completi nei primi tre giorni, poi schianti dal sonno e devi dormire. E tanto!
I primi tre classificati sono arrivati a cavallo dei primi 3 giorni.
Anche meno i primi due spagnoli (70 ore e spiccioli).
Ma vedendo i loro passaggi, non hanno mai dormito a tutte le basi-vita.
Ma se sei lontano, devi riposarti.
Avendo seguito Francesco, come neppure quando l´Italia nel 1978 giocava in Argentina o per capire dove cavolo fossero finiti gli avieri Cocciolone e Bettini nella prima guerra del Golfo nel gennaio del 1991, giorno e notte anche noi collegandosi continuamente sul sito ufficiale, cercando il nostro compagno di squadra, abbiamo capito che le tre prolungate soste notturne alle ultime 3 basi (in pratica di 5, 9 e 6 ore) erano, a quel punto, necessarie e fisiologiche.
A quel punto il più era fatto, restava gestire i 96 km finali, senza perdere lucidità con le gambe più integre possibili, ammortizzando i dolori che non potevano non esserci dopo giorni e giorni di fatiche e concentrazione oltre l´umana normalità.
Oltre ogni limite. Roba da giganti insomma!
Si discuterà, nei prossimi giorni, su quanto accaduto al termine della prima giornata. Si parlerà, anche, di autorevoli interventi di noti personaggi (e vincitori di maratone di New York) che hanno perso l´occasione di rinunciate al clamore sulla rosea (´lo Gazzetta dello Sport´). Non ho letto quello che è stato scritto, ma vedo le polemiche sul web. Personalmente penso solo che non dovremmo dare soddisfazione a chi, per principio, si rivolge ai nostri sport solo quando se ne deve parlare negativamente. Ed aver contribuito a farlo, per giunta nel momento del lutto, è stato un clamoroso errore. Non vado oltre.
Godiamoci lo spettacolo del nostro Francesco che già ci aveva abituato ad imprese incredibili, anche sofferte di recente. Non mancheremo di ricoprirlo mediaticamente di onori sui giornali locali. Prima di tutto perché se lo merita eppoi perché ci ha emozionato fino al punto da correre e stancarci al suo fianco, immaginandolo alle prese con la solitudine ed il fascino di quell´avventura che resterà intima e totalmente sua.
E la sua grandezza, oltre all´umiltà, è stata nel rendere l´avventura anche nostra.
Grazie Francesco, buon rientro e ... buoni riposi!
Un presidente commosso ...
Fonte: Andrea Maggini
Io gli risposi pisanamente, con un classico "Te sei scemo e tu mà un lo sa", ma sapevo perfettamente che prima o poi l´avrebbe fatto. Se oggi si grida (GIUSTAMENTE) all´impresa, io vorrei ricordare ed evidenziare che Francesco è esempio e monito, non solo per ciò che ha compiuto, ma per come c´è arrivato.
Quando l´anno scorso non è stato incluso nella lista dei partenti, (pettorali ad estrazione su tutti gli iscritti...) la delusione è stata cocente ed ha reso vana mesi e mesi di preparazione. Voi potete immaginare cosa passa nel capo ad un atleta che focalizza il suo traguardo e di colpo gli fanno sparire il filo di lana? Ebbene Francesco non ne ha fatto parola con nessuno o se l´ha fatto è stato a modo suo, lasciando parlare i silenzi e le pause, che nei suoi discorsi dicono molto di più di quanto non possa sembrare.
Ha anteposto, però, nuovamente il sogno alla realtà ed ha spostato avanti l´orologio del progetto (e si è allenato ancora per un anno), convinto e fiducioso che questa volta sarebbe stato tra i partenti.
L´impresa di Francesco la possiamo leggere da vari punti di vista, ma mai sottovalutare il dolore, la disperazione, gli infortuni, la solitudine, la tristezza, l´apprensione che questo amico ha gestito quotidianamente e che solo raramente ha condiviso. Tutto il PRIMA dell´impresa oggi fa sorridere, prima lui e poi tutti noi, perché essere un GIGANTE elide ogni sacrificio, ma il monito, cari ragazzi, sta proprio in quel prima, in quel senso del dovere nei confronti di un impegno, in quel sacro rispetto per la natura e le cose del creato, che Francesco ha sfiorato leggero correndo la sua gara.
Francesco ha fatto della FATICA una compagna e una maestra di vita e da questo rapporto intimo sono germogliati frutti e fiori e si sono rafforzati i vincoli del rispetto di se stessi, degli altri, dell´onore e della condivisione.
Francesco dal TOR non torna stanco, torna RICCO e questo dovremmo averlo ben chiaro tutti lasciando che anche in noi il seme del volere e del dovere metta solide radici.
Non sono avvezzo a preghiere, ma negli ultimi sei giorni il mio pensiero è andato spesso a Francesco cercando di penetrare gli occhi suoi e di vedere ciò che stava vivendo e vedendo. Spero che Pisa possa tributargli il giusto onore,
che i giovani guardino a lui come ad un esempio, che il suo volo d´aquila sia di sprone e serva a cancellare tutte quelle false scuse che ogni giorno ci costruiamo.
Ho solo una preoccupazione: appena abbraccerò Francesco e mi complimenterò con lui, cosa sogneranno gli occhi suoi? Dove volgerà lo sguardo sognante?
Ovunque andrà, saremo con lui, questo è certo.