Mezza maratona di Pisa: da quanto tempo non vivevo l´emozione di una prima volta ....
14-10-2014 21:52 - Eventi a cui partecipiamo
Da quanto tempo non vivevo l´emozione di una prima volta.....
L´occasione per vivere questa "prima volta" l´ho cercata, aspettata e voluta. Sono fatta così, quando mi metto in testa che ce la devo fare, nulla mi ferma , la mia sfida personale. E come tutte le "prime volte" sicura che avrà un sapore diverso.
La "prima volta" nella mia città....era un anno che ci pensavo, da quando lo scorso ottobre ho comprato un bel paio di scarpe e mi sono messa a correre, le prime volte "a 6.40-6.50"in gergo si dice così, ho imparato anche questo, poi migliorando di qualche secondo, poi di una manciata di secondi e poi di un minuto. Desideravo fosse a Pisa! Questo mi ha permesso di viverla serenamente. Avevo studiato il percorso, lo conoscevo bene, fatto altre volte, con le mie amiche, Raffaella e Guia, da sola, addirittura avremmo ripercorso alcuni tratti delle "arrancante del mercoledi" tanto che per un attimo mi sono domandata se gli organizzatori avessero copiato uno dei tracciati di Valentina o di Sergio. Poi mi sono risposta "non sarà che Pisa è così piccola che le strade sono sempre quelle!" Confidavo nel senso di sicurezza, protezione, calore che avrei provato percorrendo quelle le vie conosciute, tanto conosciute che avrei potuto farla a occhi chiusi.
Correre con il gruppo non era la prima volta, correre in San Rossore nemmeno, fare 21 km neanche....ma era dell´ufficialità quella che sentivo nell´aria che crea suggestione anche per il solo fatto che avrei dovuto correre contro il tempo. Perché l´unico avversario sarebbe stato lui. Ma io NON voglio arrivare "uno".
Penso.
Cena leggera solo pasta in bianco, sempre frutto dei consigli degli esperti. Apparecchio la tavola, mangio, sistemo tutto e vado in camera. Gesti ripetuti tutte le sere, tranne quello di aprire una busta bianca che avevo appoggiato poco prima sul letto con dentro un pettorale. 1161 e un chip, misterioso oggetto di plastica con un anima pericolosa che ha scatenato le fantasie dei miei amici runners. Il silenzio di questo sabato sera diverso, più interrotto dai bip delle notifiche di facebook, messaggi in risposta a una Francesca Mancini in ansia perché non trovava la levetta per accendere il "coso, il chip". "Meno male che ci siete! Chiamali amici!!!"Una chattata con gli altri, tutti di buon umore, si scherza un po´ e poi sul più bello....il rimprovero del Presidente dei Presidenti, che ci ricorda l´ora e con un "tutti a nanna" invita a trovare la via del letto; dispensati dall´obbligo il Vanni, credo sia andato in Capannina e forse il Pelligra uscito a bere vodka con altri studenti contravvenendo agli ordini del suo mentore, un Enrico decisamente in vena..... ma loro sono giovani e possono!
Bimbi mi avete fatto compagnia....
Finisco di preparare tutto quello che mi sarebbe servito la mattina dopo, concentrata nel legare il chip" alle scarpe, precisa nell´appuntare le spilline per posizionare il pettorale.
Sarà stato l´ordine del Maggini, sarà stato che le prime pagine del nuovo libro non erano particolarmente interessanti, mi sono addormentata subito. Apro gli occhi che è già l´ora, tutto programmato, tutto eseguito nell´ordine prestabilito.
E parto. In macchina la musica che adoro, per entrare in S. Rossore la fila...o no! Mi agito un po´, va a finire che arrivo tardi. Tante macchine, tanta gente, davanti a me la macchina del Segretario con la Vice e poco più avanti Guia, via giù se arrivo tardi sono in buona compagnia, la foto non si fa se mancano Sergio e Elena. Inganno il tempo e nell´attesa leggo su Wats app che tutti sono in ritardo.
E poi emozioni tante...una dopo l´altra.
Preoccupazione di non arrivare in tempo e mancare all´appuntamento fissato per la foto di gruppo.
Emozionata di aver fatto parte di uno "spettacolo", un regalo che abbiamo dato a tutti i presenti, il gruppo riunito agli ordini del Maggini, tutti i divisa, di conseguenza cromaticamente perfetti, fotografati da ogni lato. Tanti, belli e sorridenti. E dalla fila in basso a destra, guardando la foto, sbucano due aquile senza pettorale, ma che nascondono qualcosa sotto la canottiera. Cristiana e Enrica, loro sono belle più di tutti. Quelli alti dietro, quelli bassi davanti, i brutti lontani quelli belli in prima fila! Braccia in alto!Foto fatta. E via!
Si avvicina il momento, seguo gli altri, mi lascio guidare, rilassata e serena. Bella giornata, anche il sole ha voluto accompagnarci, magari poteva essere meno di compagnia, avremmo potuto avere un paio di nuvole, un po´ di vento, invece no. Caldo afoso e umido. Non ci pensiamo. Alla partenza tante maglie diverse, mille colori ma tutti contenti e felici; per chi come me era alla Prima Mezza dovrà ammettere i momenti che precedono il via sono davvero frizzanti.
Emozionata nel cercare di scovare più amici possibile, per salutarli, per dirgli ci sono anch´io, per urlare da lontano in bocca al lupo. Mi accorgo che ormai mancano pochi minuti. Aggiusto il pettorale a Emilio un po´ come si fa con una cravatta, Ma come te lo sei messo?
Andrea ci chiama a raccolta per altri saggi consigli , le sue amorevoli parole di conforto e incoraggiamento mi accompagneranno per tutto il tempo.
Emozionata nel dirsi l´uno all´altro"Ciao, ci si vede all´arrivo", consapevole che si corre in gruppo ma ognuno da solo. Mi viene in mente un tale che tempo fa mi disse in carcere, in tribunale e nella tomba ci si va soli e correre è un po´ così, si corre fianco a fianco tra tanta gente, ma paradossalmente siamo da soli, con le proprie gambe, le proprie forze con la propria testa.
Emozionata nell´udire lo speaker che scandiva i secondi che mancavano al "via!"
E poi l´emozione di partire lasciando l´Ippodromo dietro, allontanandomi da un luogo che per poche decine di minuti è stato rassicurante e allo stesso tempo caotico con la promessa che tra un paio d´ore ci sarei entrata di nuovo passando attraverso un arco di gomma con tanti cuoricini con su scritto "Arrivo". Anch´io ho detto a quell´arco "arrivo", tono di promessa o una scommessa, tutte e due. Perché nonostante tutto ho corso.
Ferma e convinta nel decidere di seguire quei palloncini con su scritto 2:00, anzi no convinta convinta no magari quelli con su scritto 1:55....di più non posso, lo so.
Emozionata perché alla fine c´ero, felice e sicura di me.
Partiti!
Sono rimasta a bocca aperta per qualche centinaio di metri, sbirciando i volti dei miei sconosciuti vicini di corsa, osservando le maglie, i nomi scritti sopra, le società di appartenenza, domandandomi che storia si portassero dietro...Sono curiosa lo ammetto, avrei voluto chiedere qualcosa a chi anche se per poco stava correndo a fianco a me....ma me ne sono rimasta zitta zitta. Passati i primi km....il gruppone si snocciola un po´, Guia ci dice di andare, deve fare il suo passo, è appena rientrata da un infortunio, mi dispiace ma so che lei vuole che io vada, così rimango accanto a Raffaella, il sergente, cerco di stare al suo passo, è dura, parliamo, lei è li e mi da sicurezza. Ho percorso con lei 8 km, siamo passate sotto la finestra di casa sua e poi ho lasciato che continuasse al suo ritmo, felice di vederla in forma dopo Verona, la sua prima Maratona. Tanto ci saremmo riviste all´arrivo.
Non so perché ma immaginavo che avrei provato un´emozione nuova, quella di correre la mia "prima mezza" passando davanti ai monumenti che, da pisana, mi riempiono di orgoglio e che dei molti partecipanti, pochi li avrebbero visti, pochissimi gli avrebbero dedicato un attimo, neppure per ammirarla come invece ho fatto io, quella bella "Piazza del Duomo", presi a controllare i loro orologi, con in mente la sola l´idea di realizzare un personal best time.
Sicuramente nessuno avrebbe intuito il perché del mio sguardo rivolto verso quel bel prato verde. Ricordi. Ero felice perchè io a correre qui ci torno ogni volta che posso, che voglio, ed ogni volta è un sensazione diversa perché diverse le facce che mi guardano; sorridevo pensando a quei turisti divertiti quando vedono arrivare un gruppo di matti che corrono, qualcuno addirittura applaude convinto di assistere ad una gara, i giapponesi, o come sono! non sanno che il mercoledi è solo una ragazzata, siamo solo runners variopinti in perfetto disordine cromatico ( quando manca la Capitana... O Lucia non c´è verso....) .
Ma ieri no. Non era un arrancata, era la Mezza Maratona di Pisa o Pisa Half Marathon, dice sia più chic. Al Duomo c´erano gli stessi turisti che ammiravano la Piazza, ma questa volta a salutare la Torre saremmo passati in molti, ma molti molti.
Tanta gente sul percorso ci saluta, ci batte le mani, alcuni bambini con le loro parole ci fanno sorridere. Belli, sono li per noi. Vedo Deborah, la moglie di Roberto, mi incoraggia.
Continuo a correre, passo dei runners, molti passano me, qualcuno si affianca, volti familiari di amici, colleghi, ma anche di sconosciuti.
E con uno sconosciuto ho percorso gli ultimi 6 km, mancavano solo quelli, aveva la maglia verde nessun logo di società, ci siamo aiutati e d´accordo abbiamo deciso di passare insieme sotto l´arrivo tagliando il traguardo in 2.02; lo sconosciuto con pettorale 160.
Emozionata per averla finita, di avercela fatta! Il tempo non è che un dettaglio. Man mano che arriviamo riceviamo i complimenti di chi aveva concluso prima. Abbracci tra amici, abbracci di persone affaticate, abbracci sudati, "chissenefrega!" dice la Vice.
Come se non bastasse, per non dimenticare chi sono e da dove vengo, indossavo una canotta semplice, rossa e bianca, con una croce nel mezzo, vicino al cuore ( Ma l´avete visto alla televisione il Meucci , l´ingegnere, Pisano anche lui, all´arrivo della maratona degli europei? Mentre baciava per terra, ormai medaglia d´oro, al collo portava una catenina con quella croce li, avete capito?): il simbolo della mia città. Insieme alla croce, sulla maglia, l´aquila un altro simbolo, quello di appartenenza ad un gruppo, fatto di Belle Persone, le conosco da poco, ma sono entrate come un treno ad alta velocità nella mia vita; molti di loro hanno storie da raccontare, esperienze da condividere, si rivolgono a me e agli altri nuovi arrivati con parole di stima e affetto ma sopratutto ci ricordano ciò che è davvero importante: correre per il solo piacere di farlo e, aggiungo io, di farlo insieme.
Ho corso senza ansie, pensando a tutti i preziosi consigli di chi prima di me aveva fatto quella gara o altre, più impegnative e difficili per la lunghezza, più spettacolari e ricche di fascino perché più famose, o magari solo più emozionanti perché le corri in uno scenario che a volte dici qui la natura ha dato il meglio di sé.
Ormai sono arrivati tutti, ci ritroviamo allo stesso punto dove abbiamo scattato quella splendida foto due ore prima, come se quei gradoni fossero nostri, come se ci appartenessero, anche per la prossima volta l´appuntamento sarà li.
Mentre mi incammino alla macchina in lontananza sento lo speaker che legge i nomi dei vincitori, sento nominare distintamente Franca, o brava! e poi quasi impercettibile credo di udire Pisa Road Runner....forse mi era parso. Scoprirò solo dopo dai messaggi di Wats app che la squadra si è comportata bene, molti di noi sono andati a premi, bravi bravi bravi, TUTTI! il Presidente è felice perché come un papà ha visto che i suoi figli hanno corso felici e contenti e si sono divertiti; le "bimbe" hanno ottenuto un importante successo. Una Domenica Meravigliosa " la mia prima mezza"
Il primo e unico grazie come il primo e unico abbraccio con bacio dopo l´arrivo va a mio marito che ieri non ha corso; grazie perché in questi difficili mesi mi ha aiutato negli allenamenti, organizzando le nostre corsette mattutine, facendomi scoprire percorsi nuovi, aspettandomi , pazientando quando mi fermavo stanca, rallentando per non lasciarmi mai sola, incitandomi nei momenti più duri ripetendomi di quanto fossi brava, complimentandosi per come ho sempre stretto i denti , determinata, con la volontà di arrivare a correre la mia prima mezza; ho corso per ringraziarlo.
E pensare che io la volevo fare solo per me.....
Fonte: Nadia Lecci
L´occasione per vivere questa "prima volta" l´ho cercata, aspettata e voluta. Sono fatta così, quando mi metto in testa che ce la devo fare, nulla mi ferma , la mia sfida personale. E come tutte le "prime volte" sicura che avrà un sapore diverso.
La "prima volta" nella mia città....era un anno che ci pensavo, da quando lo scorso ottobre ho comprato un bel paio di scarpe e mi sono messa a correre, le prime volte "a 6.40-6.50"in gergo si dice così, ho imparato anche questo, poi migliorando di qualche secondo, poi di una manciata di secondi e poi di un minuto. Desideravo fosse a Pisa! Questo mi ha permesso di viverla serenamente. Avevo studiato il percorso, lo conoscevo bene, fatto altre volte, con le mie amiche, Raffaella e Guia, da sola, addirittura avremmo ripercorso alcuni tratti delle "arrancante del mercoledi" tanto che per un attimo mi sono domandata se gli organizzatori avessero copiato uno dei tracciati di Valentina o di Sergio. Poi mi sono risposta "non sarà che Pisa è così piccola che le strade sono sempre quelle!" Confidavo nel senso di sicurezza, protezione, calore che avrei provato percorrendo quelle le vie conosciute, tanto conosciute che avrei potuto farla a occhi chiusi.
Correre con il gruppo non era la prima volta, correre in San Rossore nemmeno, fare 21 km neanche....ma era dell´ufficialità quella che sentivo nell´aria che crea suggestione anche per il solo fatto che avrei dovuto correre contro il tempo. Perché l´unico avversario sarebbe stato lui. Ma io NON voglio arrivare "uno".
Penso.
Cena leggera solo pasta in bianco, sempre frutto dei consigli degli esperti. Apparecchio la tavola, mangio, sistemo tutto e vado in camera. Gesti ripetuti tutte le sere, tranne quello di aprire una busta bianca che avevo appoggiato poco prima sul letto con dentro un pettorale. 1161 e un chip, misterioso oggetto di plastica con un anima pericolosa che ha scatenato le fantasie dei miei amici runners. Il silenzio di questo sabato sera diverso, più interrotto dai bip delle notifiche di facebook, messaggi in risposta a una Francesca Mancini in ansia perché non trovava la levetta per accendere il "coso, il chip". "Meno male che ci siete! Chiamali amici!!!"Una chattata con gli altri, tutti di buon umore, si scherza un po´ e poi sul più bello....il rimprovero del Presidente dei Presidenti, che ci ricorda l´ora e con un "tutti a nanna" invita a trovare la via del letto; dispensati dall´obbligo il Vanni, credo sia andato in Capannina e forse il Pelligra uscito a bere vodka con altri studenti contravvenendo agli ordini del suo mentore, un Enrico decisamente in vena..... ma loro sono giovani e possono!
Bimbi mi avete fatto compagnia....
Finisco di preparare tutto quello che mi sarebbe servito la mattina dopo, concentrata nel legare il chip" alle scarpe, precisa nell´appuntare le spilline per posizionare il pettorale.
Sarà stato l´ordine del Maggini, sarà stato che le prime pagine del nuovo libro non erano particolarmente interessanti, mi sono addormentata subito. Apro gli occhi che è già l´ora, tutto programmato, tutto eseguito nell´ordine prestabilito.
E parto. In macchina la musica che adoro, per entrare in S. Rossore la fila...o no! Mi agito un po´, va a finire che arrivo tardi. Tante macchine, tanta gente, davanti a me la macchina del Segretario con la Vice e poco più avanti Guia, via giù se arrivo tardi sono in buona compagnia, la foto non si fa se mancano Sergio e Elena. Inganno il tempo e nell´attesa leggo su Wats app che tutti sono in ritardo.
E poi emozioni tante...una dopo l´altra.
Preoccupazione di non arrivare in tempo e mancare all´appuntamento fissato per la foto di gruppo.
Emozionata di aver fatto parte di uno "spettacolo", un regalo che abbiamo dato a tutti i presenti, il gruppo riunito agli ordini del Maggini, tutti i divisa, di conseguenza cromaticamente perfetti, fotografati da ogni lato. Tanti, belli e sorridenti. E dalla fila in basso a destra, guardando la foto, sbucano due aquile senza pettorale, ma che nascondono qualcosa sotto la canottiera. Cristiana e Enrica, loro sono belle più di tutti. Quelli alti dietro, quelli bassi davanti, i brutti lontani quelli belli in prima fila! Braccia in alto!Foto fatta. E via!
Si avvicina il momento, seguo gli altri, mi lascio guidare, rilassata e serena. Bella giornata, anche il sole ha voluto accompagnarci, magari poteva essere meno di compagnia, avremmo potuto avere un paio di nuvole, un po´ di vento, invece no. Caldo afoso e umido. Non ci pensiamo. Alla partenza tante maglie diverse, mille colori ma tutti contenti e felici; per chi come me era alla Prima Mezza dovrà ammettere i momenti che precedono il via sono davvero frizzanti.
Emozionata nel cercare di scovare più amici possibile, per salutarli, per dirgli ci sono anch´io, per urlare da lontano in bocca al lupo. Mi accorgo che ormai mancano pochi minuti. Aggiusto il pettorale a Emilio un po´ come si fa con una cravatta, Ma come te lo sei messo?
Andrea ci chiama a raccolta per altri saggi consigli , le sue amorevoli parole di conforto e incoraggiamento mi accompagneranno per tutto il tempo.
Emozionata nel dirsi l´uno all´altro"Ciao, ci si vede all´arrivo", consapevole che si corre in gruppo ma ognuno da solo. Mi viene in mente un tale che tempo fa mi disse in carcere, in tribunale e nella tomba ci si va soli e correre è un po´ così, si corre fianco a fianco tra tanta gente, ma paradossalmente siamo da soli, con le proprie gambe, le proprie forze con la propria testa.
Emozionata nell´udire lo speaker che scandiva i secondi che mancavano al "via!"
E poi l´emozione di partire lasciando l´Ippodromo dietro, allontanandomi da un luogo che per poche decine di minuti è stato rassicurante e allo stesso tempo caotico con la promessa che tra un paio d´ore ci sarei entrata di nuovo passando attraverso un arco di gomma con tanti cuoricini con su scritto "Arrivo". Anch´io ho detto a quell´arco "arrivo", tono di promessa o una scommessa, tutte e due. Perché nonostante tutto ho corso.
Ferma e convinta nel decidere di seguire quei palloncini con su scritto 2:00, anzi no convinta convinta no magari quelli con su scritto 1:55....di più non posso, lo so.
Emozionata perché alla fine c´ero, felice e sicura di me.
Partiti!
Sono rimasta a bocca aperta per qualche centinaio di metri, sbirciando i volti dei miei sconosciuti vicini di corsa, osservando le maglie, i nomi scritti sopra, le società di appartenenza, domandandomi che storia si portassero dietro...Sono curiosa lo ammetto, avrei voluto chiedere qualcosa a chi anche se per poco stava correndo a fianco a me....ma me ne sono rimasta zitta zitta. Passati i primi km....il gruppone si snocciola un po´, Guia ci dice di andare, deve fare il suo passo, è appena rientrata da un infortunio, mi dispiace ma so che lei vuole che io vada, così rimango accanto a Raffaella, il sergente, cerco di stare al suo passo, è dura, parliamo, lei è li e mi da sicurezza. Ho percorso con lei 8 km, siamo passate sotto la finestra di casa sua e poi ho lasciato che continuasse al suo ritmo, felice di vederla in forma dopo Verona, la sua prima Maratona. Tanto ci saremmo riviste all´arrivo.
Non so perché ma immaginavo che avrei provato un´emozione nuova, quella di correre la mia "prima mezza" passando davanti ai monumenti che, da pisana, mi riempiono di orgoglio e che dei molti partecipanti, pochi li avrebbero visti, pochissimi gli avrebbero dedicato un attimo, neppure per ammirarla come invece ho fatto io, quella bella "Piazza del Duomo", presi a controllare i loro orologi, con in mente la sola l´idea di realizzare un personal best time.
Sicuramente nessuno avrebbe intuito il perché del mio sguardo rivolto verso quel bel prato verde. Ricordi. Ero felice perchè io a correre qui ci torno ogni volta che posso, che voglio, ed ogni volta è un sensazione diversa perché diverse le facce che mi guardano; sorridevo pensando a quei turisti divertiti quando vedono arrivare un gruppo di matti che corrono, qualcuno addirittura applaude convinto di assistere ad una gara, i giapponesi, o come sono! non sanno che il mercoledi è solo una ragazzata, siamo solo runners variopinti in perfetto disordine cromatico ( quando manca la Capitana... O Lucia non c´è verso....) .
Ma ieri no. Non era un arrancata, era la Mezza Maratona di Pisa o Pisa Half Marathon, dice sia più chic. Al Duomo c´erano gli stessi turisti che ammiravano la Piazza, ma questa volta a salutare la Torre saremmo passati in molti, ma molti molti.
Tanta gente sul percorso ci saluta, ci batte le mani, alcuni bambini con le loro parole ci fanno sorridere. Belli, sono li per noi. Vedo Deborah, la moglie di Roberto, mi incoraggia.
Continuo a correre, passo dei runners, molti passano me, qualcuno si affianca, volti familiari di amici, colleghi, ma anche di sconosciuti.
E con uno sconosciuto ho percorso gli ultimi 6 km, mancavano solo quelli, aveva la maglia verde nessun logo di società, ci siamo aiutati e d´accordo abbiamo deciso di passare insieme sotto l´arrivo tagliando il traguardo in 2.02; lo sconosciuto con pettorale 160.
Emozionata per averla finita, di avercela fatta! Il tempo non è che un dettaglio. Man mano che arriviamo riceviamo i complimenti di chi aveva concluso prima. Abbracci tra amici, abbracci di persone affaticate, abbracci sudati, "chissenefrega!" dice la Vice.
Come se non bastasse, per non dimenticare chi sono e da dove vengo, indossavo una canotta semplice, rossa e bianca, con una croce nel mezzo, vicino al cuore ( Ma l´avete visto alla televisione il Meucci , l´ingegnere, Pisano anche lui, all´arrivo della maratona degli europei? Mentre baciava per terra, ormai medaglia d´oro, al collo portava una catenina con quella croce li, avete capito?): il simbolo della mia città. Insieme alla croce, sulla maglia, l´aquila un altro simbolo, quello di appartenenza ad un gruppo, fatto di Belle Persone, le conosco da poco, ma sono entrate come un treno ad alta velocità nella mia vita; molti di loro hanno storie da raccontare, esperienze da condividere, si rivolgono a me e agli altri nuovi arrivati con parole di stima e affetto ma sopratutto ci ricordano ciò che è davvero importante: correre per il solo piacere di farlo e, aggiungo io, di farlo insieme.
Ho corso senza ansie, pensando a tutti i preziosi consigli di chi prima di me aveva fatto quella gara o altre, più impegnative e difficili per la lunghezza, più spettacolari e ricche di fascino perché più famose, o magari solo più emozionanti perché le corri in uno scenario che a volte dici qui la natura ha dato il meglio di sé.
Ormai sono arrivati tutti, ci ritroviamo allo stesso punto dove abbiamo scattato quella splendida foto due ore prima, come se quei gradoni fossero nostri, come se ci appartenessero, anche per la prossima volta l´appuntamento sarà li.
Mentre mi incammino alla macchina in lontananza sento lo speaker che legge i nomi dei vincitori, sento nominare distintamente Franca, o brava! e poi quasi impercettibile credo di udire Pisa Road Runner....forse mi era parso. Scoprirò solo dopo dai messaggi di Wats app che la squadra si è comportata bene, molti di noi sono andati a premi, bravi bravi bravi, TUTTI! il Presidente è felice perché come un papà ha visto che i suoi figli hanno corso felici e contenti e si sono divertiti; le "bimbe" hanno ottenuto un importante successo. Una Domenica Meravigliosa " la mia prima mezza"
Il primo e unico grazie come il primo e unico abbraccio con bacio dopo l´arrivo va a mio marito che ieri non ha corso; grazie perché in questi difficili mesi mi ha aiutato negli allenamenti, organizzando le nostre corsette mattutine, facendomi scoprire percorsi nuovi, aspettandomi , pazientando quando mi fermavo stanca, rallentando per non lasciarmi mai sola, incitandomi nei momenti più duri ripetendomi di quanto fossi brava, complimentandosi per come ho sempre stretto i denti , determinata, con la volontà di arrivare a correre la mia prima mezza; ho corso per ringraziarlo.
E pensare che io la volevo fare solo per me.....
Fonte: Nadia Lecci
orsetto 21-10-2014
Lo sconosciuto
Brava Nadia, non potevi descrivere meglio una prima emozione.
Io sono, come si dice in gergo, LIBERO. Sono della provincia di Pavia e ho iniziato a conoscere Livorno ( so che potrei diventare un nemico) circa 3 anni fa´ e subito mi affascinai, per me correre al mattino presto respirando il sapore del mare e ascoltando la sciaborbio delle onde mi rende veramente LIBERO, cosi libero che non mi accorgevo quanti Km macinavo, proposi ai colleghi di lavoro di parteciparea Half Marathon di Pisa, tralasciando un dettaglio, la mia massima distanza percorsa, " 16 Km ", beh! ci riuscirò, non so in quanto tempo , ma ci riuscirò, ora è un MUST!!!!
Al mattino un po´ teso parto liberando la mente,unico pensiero arrivare al traguardo, ma appena prima del ristoro del 15° Km un calo tremendo, inizio a pensare che non riuscirò ad arrivare, la mente prende il soppravvento del corpo, è la fine, le gambe diventano dure la respirazione è presa dal panico, rallento quasi a fermarmi intanto soppragiunge "LA SCONOSCIUTA" e a fatica tengo testa, sino a quando non si inizia a chiaccherare,mi da coraggio e non mollo,riprendendo il controllo del corpo, ma quei 6 Km di interminabile rettilineo non finiscono, vedo in lontananza l´ingresso dell´ippodromo e il cartello segna 19° Km, no!!!! ancora 2 Km, "ormai è fatta esclama Nadia Ormai è Fatta,già ormai è fatta ma..... che fatica!!!
5´48", non ci credevo.
( adesso 9 novembre a Livorno )cerco un team
Un saluto
Stefano Cremonesi