Fucecchio: non siamo soli!
02-03-2015 09:47 - Eventi a cui partecipiamo
Cos´è la fatica? Cos´è il dolore? Cos´è lo sconforto? Ma la domanda più importante è: siamo soli? Questa la so: no, non siamo soli.
Fucecchio, 1 Marzo 2015, mezza maratona. Dopo la dolorosa ed emozionante Valencia, dopo la sconfortante e folle impresa di Pisa, la prima gara vera.
Volevo solo fare un allenamento in vista del 30 maggio a Stoccolma. Volevo andare piano, più di quanto non sia andato. Ma il fatto è che, siccome non siamo soli e siccome "nessuno si salva da solo" (cit.) mi ritrovo prima con Andrea e Graziano e poi, prima della chiusura del primo giro, con Valentina e Chiara. A parte il metronomo Andrea e l´imperscrutabile Z, noi altri ci lamentiamo del ritmo un po´ troppo veloce vista l´assenza di allenamento su strada o dolori vari.
12° Km: la pubalgia inizia a pungere. Cambio modo di correre e poco dopo si induriscono i muscoli della fascia destra. Crisi. Riappaiono i fantasmi di Valencia e di Pisa. Che faccio? Rallento un po´, ragiono. Gli altri hanno preso 20 metri. Il dolore c´è ma è costante, un compagno di viaggio, quasi un amico. Allora rilancio, li riprendo e mi accodo ad Andrea che scandisce il ritmo tanto che mi ricorda quello di una fantastica canzone dei Banco scritta dal compianto Di Giacomo "Ed ora domando tempo al tempo ed egli mi risponde...non ne ho!". Bene, penso alla musica, al rock progressivo, vuol dire che sto bene!
In poco arriviamo al 19° km. Le ragazze sono 50 metri dietro. Chiedo ad Andrea se preferisce andare o se vuole aspettare: non ci pensa un secondo. Mi metto tra lui e Graziano e le ragazze. A meno di un km dall´arrivo ci siamo ricompattati. Siamo in paese. Ultima svolta a destra. In fondo si vede l´arrivo. Ci prendiamo per mano e occupiamo tutta la corsia. Gli ultimi 200 metri sono solo applausi e bravi!
Perché, ora lo so, non siamo soli.
Fonte: Massimo Scacco
Fucecchio, 1 Marzo 2015, mezza maratona. Dopo la dolorosa ed emozionante Valencia, dopo la sconfortante e folle impresa di Pisa, la prima gara vera.
Volevo solo fare un allenamento in vista del 30 maggio a Stoccolma. Volevo andare piano, più di quanto non sia andato. Ma il fatto è che, siccome non siamo soli e siccome "nessuno si salva da solo" (cit.) mi ritrovo prima con Andrea e Graziano e poi, prima della chiusura del primo giro, con Valentina e Chiara. A parte il metronomo Andrea e l´imperscrutabile Z, noi altri ci lamentiamo del ritmo un po´ troppo veloce vista l´assenza di allenamento su strada o dolori vari.
12° Km: la pubalgia inizia a pungere. Cambio modo di correre e poco dopo si induriscono i muscoli della fascia destra. Crisi. Riappaiono i fantasmi di Valencia e di Pisa. Che faccio? Rallento un po´, ragiono. Gli altri hanno preso 20 metri. Il dolore c´è ma è costante, un compagno di viaggio, quasi un amico. Allora rilancio, li riprendo e mi accodo ad Andrea che scandisce il ritmo tanto che mi ricorda quello di una fantastica canzone dei Banco scritta dal compianto Di Giacomo "Ed ora domando tempo al tempo ed egli mi risponde...non ne ho!". Bene, penso alla musica, al rock progressivo, vuol dire che sto bene!
In poco arriviamo al 19° km. Le ragazze sono 50 metri dietro. Chiedo ad Andrea se preferisce andare o se vuole aspettare: non ci pensa un secondo. Mi metto tra lui e Graziano e le ragazze. A meno di un km dall´arrivo ci siamo ricompattati. Siamo in paese. Ultima svolta a destra. In fondo si vede l´arrivo. Ci prendiamo per mano e occupiamo tutta la corsia. Gli ultimi 200 metri sono solo applausi e bravi!
Perché, ora lo so, non siamo soli.
Fonte: Massimo Scacco