Foto di alcune aquile alla partenza.
Trail dei Monti Pisani: acquistato lo zainetto!
14-03-2014 17:33 - Trail dei Monti Pisani e Vertical Faeta
Acquistato lo zainetto. Fatte prove di utilizzo in famiglia. Spuntato ad uno ad uno tutto il materiale elencato dal Bellinvia.
Insomma venerdì sera, con largo anticipo, è già tutto pronto per l´impresa che mi attende domenica mattina.
Appuntamento alle 8.00 davanti al Comune di Calci.
Sono lì una mezz´ora prima e mi garantisco in tal modo il miglior parcheggio sulla piazza. Sicura che al ritorno, anche se stremata, riuscirò a ritrovare il pandino senza ulteriore fatica.
Arrivano i primi trailisti. Questi son trailisti veri e io mi sento morì: mi vedo sola e dispersa sui monti pisani disintegrata dalla fame e dalla stanchezza.
Poi, per fortuna, facce amiche: il Boccio, Domenico, Sergio (in ritardo), il Marchetti (in bici) ma soprattutto la Lorenza che mi dice farà da servizio scopa..... faccio un sospiro di sollievo!
E poi si parte e si comincia a salire. Resto indietro, da sola, ed è un piacere vero nel silenzio del bosco.
Ma soprattutto è un piacere accorgersi che il percorso è segnato benissimo ed inizio ad aver fiducia nel fatto che sopravviverò!! Nei giorni precedenti Francesco lo aveva detto più volte che sarebbe stato impossibile perdersi, ma io, che conosco le mie scarse attitudini in termini di orientamento, pensavo che fosse un ragazzo parecchio ottimista che non avesse mai avuto a che fare con persone come me!!
E invece le fascette bianche segnano il percorso in maniera impeccabile. Così raggiungo Tiziano e Claudio che infatti avevano dichiarato alla partenza che sarebbero andati "tranquilli"! Con noi anche la piacevole compagnia dell´amico "baffo" (sereno in salita, una scheggia in discesa) che mi aiuta a risolvere un problema con l´attrezzatura (il tubo dell´acqua era tutto attorcigliato, per forza non riuscivo a bere!!).
Proseguiamo insieme prima con la salita sul Lombardone e sosta ad ammirare il paesaggio e poi in direzione Monte Serra. Qua, per fortuna, ci manteniamo sulla strada asfaltata anziché prendere un viottolo poco accogliente e pieno di rovi. Grazie a questa felice opzione, che ci fa anticipare di qualche minuto, al bivio per Santallago ci ritroviamo con gli altri: non i trailisti veri, probabilmente già prossimi all´arrivo, ma quelli mezzi e mezzi ( e nessuno me ne voglia) ovvero il Boccio, Simone, Sergio... e qua consumiamo il nostro spuntino. Il Boccio tira fuori dal suo mega zaino un tegame di cinghiale in umido con le olive, un po´ indigesto, ma molto in linea col contesto.
Proseguiamo per un po´ tutti insieme, e insieme ci troviamo su un bel crinale dove ammiriamo la doppia vallata. Affrontiamo insieme una discesa molto tecnica che sarebbe una "pettata" all´ingiù (definizione confermata dell´illustre scrittore Sergio Costanzo), fino al bivio tra il percorso completo che porta al Faeta ed il percorso più breve. Opto per quest´ultimo soprattutto per non rischiare che, per l´eccessiva stanchezza, va a finire che cado e mi rovino!
E finalmente giù in discesa tra i ruscelli, le cascate e il profumo dei pini... la discesa è bastarda perché ti fa felice, sorridi e corri come un cretino con un infinito senso di libertà. Ma il giorno dopo (ma anche due o tre giorni dopo) ti presenta il conto. Caro! Gambe pietrificate e assoluta impossibilità a scendere le scale.
Ma va bene così. Alla fine due le cose più belle: 1. Ho ritrovato subito il pandino 2. Non vedo l´ora di correre di nuovo sui monti perché si sta troppo bene!
Un grazie di cuore a chi ha organizzato cercando di coinvolgere quanta più gente possibile!
Alla prossima!
Fonte: Letizia Filippi
Insomma venerdì sera, con largo anticipo, è già tutto pronto per l´impresa che mi attende domenica mattina.
Appuntamento alle 8.00 davanti al Comune di Calci.
Sono lì una mezz´ora prima e mi garantisco in tal modo il miglior parcheggio sulla piazza. Sicura che al ritorno, anche se stremata, riuscirò a ritrovare il pandino senza ulteriore fatica.
Arrivano i primi trailisti. Questi son trailisti veri e io mi sento morì: mi vedo sola e dispersa sui monti pisani disintegrata dalla fame e dalla stanchezza.
Poi, per fortuna, facce amiche: il Boccio, Domenico, Sergio (in ritardo), il Marchetti (in bici) ma soprattutto la Lorenza che mi dice farà da servizio scopa..... faccio un sospiro di sollievo!
E poi si parte e si comincia a salire. Resto indietro, da sola, ed è un piacere vero nel silenzio del bosco.
Ma soprattutto è un piacere accorgersi che il percorso è segnato benissimo ed inizio ad aver fiducia nel fatto che sopravviverò!! Nei giorni precedenti Francesco lo aveva detto più volte che sarebbe stato impossibile perdersi, ma io, che conosco le mie scarse attitudini in termini di orientamento, pensavo che fosse un ragazzo parecchio ottimista che non avesse mai avuto a che fare con persone come me!!
E invece le fascette bianche segnano il percorso in maniera impeccabile. Così raggiungo Tiziano e Claudio che infatti avevano dichiarato alla partenza che sarebbero andati "tranquilli"! Con noi anche la piacevole compagnia dell´amico "baffo" (sereno in salita, una scheggia in discesa) che mi aiuta a risolvere un problema con l´attrezzatura (il tubo dell´acqua era tutto attorcigliato, per forza non riuscivo a bere!!).
Proseguiamo insieme prima con la salita sul Lombardone e sosta ad ammirare il paesaggio e poi in direzione Monte Serra. Qua, per fortuna, ci manteniamo sulla strada asfaltata anziché prendere un viottolo poco accogliente e pieno di rovi. Grazie a questa felice opzione, che ci fa anticipare di qualche minuto, al bivio per Santallago ci ritroviamo con gli altri: non i trailisti veri, probabilmente già prossimi all´arrivo, ma quelli mezzi e mezzi ( e nessuno me ne voglia) ovvero il Boccio, Simone, Sergio... e qua consumiamo il nostro spuntino. Il Boccio tira fuori dal suo mega zaino un tegame di cinghiale in umido con le olive, un po´ indigesto, ma molto in linea col contesto.
Proseguiamo per un po´ tutti insieme, e insieme ci troviamo su un bel crinale dove ammiriamo la doppia vallata. Affrontiamo insieme una discesa molto tecnica che sarebbe una "pettata" all´ingiù (definizione confermata dell´illustre scrittore Sergio Costanzo), fino al bivio tra il percorso completo che porta al Faeta ed il percorso più breve. Opto per quest´ultimo soprattutto per non rischiare che, per l´eccessiva stanchezza, va a finire che cado e mi rovino!
E finalmente giù in discesa tra i ruscelli, le cascate e il profumo dei pini... la discesa è bastarda perché ti fa felice, sorridi e corri come un cretino con un infinito senso di libertà. Ma il giorno dopo (ma anche due o tre giorni dopo) ti presenta il conto. Caro! Gambe pietrificate e assoluta impossibilità a scendere le scale.
Ma va bene così. Alla fine due le cose più belle: 1. Ho ritrovato subito il pandino 2. Non vedo l´ora di correre di nuovo sui monti perché si sta troppo bene!
Un grazie di cuore a chi ha organizzato cercando di coinvolgere quanta più gente possibile!
Alla prossima!
Fonte: Letizia Filippi